Il mondo dell’avvocatura ha bisogno dello sguardo fresco, profondo ed entusiasta delle donne.

Sono Monica Lambrou, sono un avvocato e una mamma, lo preciso perché mia figlia è una parte importante della mia vita, anche se non l’unica. Svolgo, infatti, da ben 25 anni la professione di avvocato (sono iscritta dal 1994 al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Milano), attività di cui mi occupo da sempre con passione e con etica, credendo fortemente negli ideali di giustizia e nel fatto che, in presenza di comportamenti o fatti illegittimi, sia necessario far valere le proprie ragione ed i propri diritti, e ciò a prescindere che il soggetto giuridico sia una società o una persona fisica. La coerenza e l’equità credo che siano valori degni di tutela e io presto l’assistenza necessaria affinchè si realizzi, in causa o attraverso il raggiungimento di un accordo, l’obiettivo del mio cliente. In particolare, mi occupo da sempre di diritto del lavoro che conosco a 360 gradi (gestisco licenziamenti individuali e collettivi, contratti di assunzione, la problematica del patto di non concorrenza, il problema dell’incentivazione, dei bonus, degli inquadramenti contrattuali, dei livelli di appartenenza, delle mansioni, ecc., sia in via giudiziale che in ambito stragiudiziale e della consulenza) e del diritto civile attinente a tale materia (diritto societario, commerciale, fallimentare, contrattualistica e responsabilità), occupandomi, prevalentemente, dell’assistenza di aziende e/o dei lavoratori con le professionalità più elevate. Ho svolto il periodo di pratica forense presso l’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Milano conseguendo fin da subito l’abilitazione all’assistenza in udienza delle Amministrazioni dello Stato. E’ stato un bel periodo di intenso studio, molto formativo ed in cui ho avuto la fortuna di coltivare relazioni con colleghe che sono tuttora tra le mie migliori amiche. Già avvocato, ho consolidato
la mia preparazione professionale presso un grande Studio associato di fama nazionale: Studio Trifirò & Partners, presso il quale mi sono formata. In particolare, all’avv. Salvatore Trifirò devo personalmente gli insegnamenti che mi hanno permesso, nel tempo, di svolgere il mio lavoro con sempre maggior professionalità e competenza: non smetterò mai di essergli grata e di considerarlo un “padre” dal punto di vista professionale oltre che un importante riferimento nel tempo (infatti, tutt’oggi collaboro, quando è possibile, ancora con lui). Dopo tale esperienza, ho sentito la necessità di poter avere più autonomia nella gestione della mia attività ed è così che ho dato vita ad un nuovo Studio Legale: sono stata socia fondatrice dello studio legale Fava & Associati di cui sono stata “managing partner” per 14 anni. Anche in tale ambito mi sono occupata di diritto del lavoro e del diritto civile, oltre che del diritto della Privacy. Inoltre, mi sono dedicata alla organizzazione del lavoro, alla gestione anche economica dello Studio, al coordinamento dei collaboratori e alla selezione del personale dello Studio e, naturalmente, alla gestione delle aziende clienti a tutto tondo. Dopo tanto tempo ed energie spese generosamente per la crescita di questa nuova realtà che ha raggiunto dimensioni e fama degne di nota, nel maggio 2011, sono diventata mamma. Ed è stata proprio quest’ultimo evento che ha portato i rapporti tra me ed il mio socio ad incrinarsi. Purtroppo, ho vissuto sulla mia pelle cosa significhi il cambio di sguardo che l’ambiente lavorativo mette su di una donna in conseguenza della sua maternità. Fatte le dovute riflessione e metabolizzati gli eventi, ho preso la sofferta decisione di abbandonare il “mio progetto”, e ho deciso di dar vita, con il supporto di una valida consulente in pubbliche relazioni, al mio Studio: per la prima volta in tanti anni ho trovato il coraggio di fondare, nel marzo del 2017, uno Studio che portasse il mio nome, e Studio Legale Lambrou è stata una bellissima avventura che continua tuttora piena di stimoli e attraverso la quale ho scoperto di possedere attitudini che ritenevo non mi appartenessero. Infatti, ho constatato che sono capace di fare pubbliche relazioni con buoni risultati, che le mie doti professionali mi consentivano di gestire al meglio i clienti e le controversie, ho riscoperto e valorizzato la mia propensione per la scrittura (essere scrittrice e/o giornalista era una delle mie aspirazioni di ragazzina), infatti, ora svolgo attività di redattrice in modo costante e scrivo articoli per il Sole 24 Ore, Diritto e Pratica del Lavoro di Ipsoa, Norme in Pratica, Lavoro Più di Giuffré, e altre riviste del settore, ho imparato a Giuffrè non temere il pubblico “allargato” (la platea delle udienze mi era familiare ormai, ma il pubblico di altri eventi meno) ed è così che ho iniziato a partecipare con maggior frequenza come relatrice a convegni e che mi sono determinata ad aprire anche un mio canale YouTube che sponsorizzerò a breve, ho  rilasciato, altresì, interviste davanti a una telecamera e partecipato ad eventi di rilievo con un vasto pubblico (su Telelombardia nell’ambito del Forum Nazionale delle Risorse Umane, ed altri). Attualmente sto anche coltivando un progetto di integrazione del femminile (nella società, nel lavoro e nella famiglia) perseguendo, attraverso l’attività di relatrice in appositi cicli di convegni dedicati al tema, la diffusione di un’idea di effettiva interazione, parità e scambio paritario delle competenze fra maschile e femminile, appunto. Da ultimo, posso affermare di essere molto orgogliosa di aver dato vita ad una realtà che esprima al meglio le mie caratteristiche caratteriali che uniscono alla determinazione, alla precisione, alla professionalità e all’amore per il mio lavoro le doti legate alla mia innata empatia e, quindi, un modo informale di vivere la professione, l’attenzione al cliente e alla peculiarità della sua situazione organizzativa ed economica e/o personale. L’empatia che mi caratterizza e il mio intuito mi aiutano, inoltre, ad inquadrare velocemente il caso sottoposto al mio esame, le soluzioni e la strategia da adottare e fanno sì che io riesca a creare una relazione professionale di intesa e di pronta comprensione con la persona del mio interlocutore, quindi, ad avere una chiara visione del caso specifico, della realtà aziendale e delle necessità relative. Per finire, posso dire che ora mi sento una professionista completa e sto apprezzando veramente la conquistata libertà di gestire la mia attività nel modo che ritengo sia migliore, rispettando i principi in cui credo e, perché no, anche di potermi ritagliare il giusto tempo e spazio per la famiglia ed i miei interessi personali.

CONTRIBUTO PUBBLICATO SU DIMAGAZINE DI LUGLIO/AGOSTO